lunedì 11 maggio 2015

BLOG TOUR: "Devil's tears. La morte è soltanto l'inizio" di Anna Reed - VII Tappa

Buongiorno carissimi topini!
Oggi iniziamo la settimana con un bel viaggetto libroso, così da rallegrarvi un po'!

L'autrice ha creato un elaborato off topic per farci conoscere Virginia ed Eric, i protagonisti di "Devil's tears. La morte è soltanto l'inizio".

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VIRGINIA&ERIC OFF TOPIC
«Non pensavo che la serata sarebbe finita così...» mormorò abbassando leggermente il capo e fissando il panino che stringeva tra le mani.
«Così come? Pensavi di uscirne con le ossa rotte? Perché quando ho visto il tuo avversario, l’ho subito creduto anch’io.»
Ero ancora abbastanza stupita che Eric riuscisse a trovare del tempo da dedicare anche a qualcosa che non fosse il football. Quando mi aveva chiesto di accompagnarlo a quell’incontro di Krav Maga, non avevo saputo trovare una scusa per evitarlo. In fondo non era stato noioso come lo erano un tempo i tornei di scherma.
«No no, sapevo di vincere» rispose pronto, sfoderando un sorriso sfacciato.
«Wow, come siamo modesti».
“Anche io amo vincere” pensai orgogliosa di lui. “Più di qualsiasi altra cosa.”
«Quello che volevo dire è che... speravo finissimo prima, così da poterti offrire qualcosa di meglio di un misero panino mangiato lungo la strada del ritorno.»
«Va tutto bene» lo rincuorai ritrovando in lui ciò che in passato tanto mi piaceva degli uomini: le lusinghe e il corteggiamento. Consideravo dolce che Eric si dispiacesse per non avermi saputo dare di più.
Lo guardai addentare il suo panino con aria famelica ma subito dopo i suoi occhi si piegarono in una smorfia di dolore.
«Qualcosa non va con quel panino, campione?» mi feci beffe di lui e approfittai per accontentare il mio stomaco che brontolava da ore.
«Ti sbagli, io adoro questa prelibatezza. Io e lei abbiamo un appuntamento fisso tutti i giovedì sera. È la mandibola che mi fa soffrire».
«Ma se quel poveretto non è riuscito neppure a toccarti» strabuzzai gli occhi. «Inoltre mi sembri fin troppo sorridente per essere ammaccato quanto dici».
«Forse è solo una scusa per essere baciato da te» mi scoccò un sorriso sornione.
«Forse dovresti trovare meno scuse e baciarmi per primo» lo stuzzicai con un’occhiata maliziosa.
Le sue labbra si distesero in una tenera smorfia. La sua mano mi prese il fianco e mi avvicinò delicatamente a sé, era calda e forte. Mi sentii subito al sicuro. Con un guizzo di soddisfazione lo vidi sporgersi verso di me. Riuscii subito a percepire il suo profumo, mi sfiorò la pelle come una carezza. 
Quando il suo naso toccò il mio ebbi l’impressione di volare. Chiusi gli occhi, inebriata dalla sua presenza. Il cuore prese a palpitarmi nel petto tanto da farmi male. Non mi potevo permettere simili sentimenti per lui, forse era proprio per questo che mi bruciava la gola… avevo voglia di gridare.
Le sue labbra erano lì, a un paio di centimetri dalla mia bocca, come mi ero aspettata. 
Avevo sempre manipolato gli uomini a mio piacimento. Giocavo con loro, li soggiogavo e ben presto perdevo interesse. Eric era caduto nel mio tranello così in fretta… 
Schiusi le labbra per ricevere il bacio e fui costretta a realizzare che non desideravo altro che quel contatto. Non aveva importanza quanto sarebbe stato difficile portare a termine il mio compito fino alla fine, lo desideravo e basta. Era ciò di cui avevo più bisogno.
Trattenni il fiato per l’attesa fino a che, improvvisamente, il suo respirò uscì in un sussurro carezzevole.
«Non te la darò vinta tanto facilmente» lo sentii dire con un tono roco prima di lasciarsi andare in una risatina carica di delicatezza e compiacimento.
Rimasi lì, delusa eppure felice che la sua mano fosse salita a sfiorarmi la guancia. Non ricordavo una sola volta di essere stata rifiutata da un uomo, e invece Eric era riuscito a farlo già due volte. Lui non era come tutti gli altri…

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